Rogliano, ricordato Donato Bendicenti a ottant’anni dalla morte (video)
“OGGI, più che mai, occorre presidiare e promuovere i valori nati dal sacrificio delle partigiane e dei partigiani”. Il presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo, ha preso parte alle celebrazioni organizzate in occasione dell’ottantesimo anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, uno dei fatti più tristi della storia italiana del Novecento. “Pace, uguaglianza, democrazia” ma anche partecipazione nelle parole del massimo rappresentante dell’Associazione Nazionale Partigiani, che il 24 marzo scorso è tornato a sottolineare i valori dell’antifascismo, della Resistenza e della Costituzione. Gli stessi che i delegati della sezione del Savuto hanno ribadito nel corso della manifestazione che si è tenuta a Rogliano, a poca distanza dalla casa natale di Donato Bendicenti, in Corso Umberto. Bendicenti, ricordiamo, dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza, pur non abbandonando la Calabria, aveva deciso di rimanere nella capitale per esercitare la professione di avvocato. Dirigente del Partito Comunista, dopo l’8 settembre si era impegnato a sostegno della Resistenza romana nella cosiddetta <Banda del Trionfale> guidata da Stanislao Vetere e composta, tra gli altri, dai figli del militare, Walter e Walkiria, e da Carmelina Rota. Tutti di origine roglianese.
La cerimonia promossa dalla sezione del Savuto che porta il nome di Bendicenti, si è aperta con il saluto del presidente Franco Adamo. Sono seguiti gli interventi del sindaco Giovanni Altomare e di Leonardo Falbo. Quest’ultimo, evidenziando la necessità di consegnare il ricordo alle nuove generazioni, ha parlato di “oblio mortificante” su ciò che è stato e, nel caso specifico, sulla figura di Bendicenti. Un oblio durato circa mezzo secolo. “Ricordiamo questo martire per ricordare noi stessi. Rogliano e la Calabria hanno partecipato in modo qualificato alla Resistenza. Per troppo tempo la storiografia ha minimizzato il contributo dei calabresi, tre dei quali – ha rilevato il professore – hanno perso la vita proprio alle Fosse Ardeatine”. In un messaggio inviato all’Anpi Savuto (letto dal professor Ciro Servillo) il pronipote di Bendicenti, Tancredi, ha parlato della figura del familiare. “Il mio bisnonno – ha scritto – non è morto per caso. E’ morto per una idea, un’idea di Italia democratica e giusta in cui fossero rispettati i diritti inviolabili dell’uomo. La costituzione è figlia del suo sacrificio, di quello degli altri 334 e di tutte le vittime della barbarie nazifascista. E’ nostro dovere onorarlo e ricordarlo ogni giorno perché è il prezzo della nostra libertà, del nostro futuro”.
(Gaspare Stumpo)
Fonte: Parola di Vita