Il Savuto celebra i santi Pietro e Paolo

“San Pietro e san Paolo sono stati due colonne della Chiesa per cui, in quanto cristiani, siamo chiamati a guardare a questi testimoni della fede come esempi di vita”. Lo ha detto don Giovanni Giordano in una delle omelie che hanno caratterizzato il Settenario in onore di San Pietro, officiato nel duomo cittadino assieme a don Serafino Bianco. Rivolgendosi ai fedeli, rievocandone la storia, il sacerdote ha posto l’accento sulle scelte dei due santi: il primo, uomo semplice e spesso impulsivo, ha rinnegato il Maestro, il secondo, ebreo fanatico, ha perseguitato con accanimento i cristiani. Condotte non edificanti. “Gesù però li ha scelti, si è fidato di loro. Tutto questo ha un grande significato in quanto – ha aggiunto  il religioso  – il punto di partenza della vita cristiana non è l’essere perfetti bensì l’essere capaci di accogliere la misericordia di Dio”. Don Giovanni ha richiamato le parole del Papa sulla semplicità dell’atteggiamento cristiano, sull’apertura del cuore nei confronti di Dio e sull’amore verso i fratelli lungo il cammino della vita. “Il segreto che ha permesso a san Pietro e a san Paolo di andare avanti nonostante il fallimento è quello di aver saputo accogliere il perdono di Dio che li ha rigenerati a vita nuova. Ecco perché – ha concluso don Giordano –  siamo chiamati ad essere testimoni autentici e a far si che la nostra fede sia capace di rinnovarsi e rafforzarsi”. La devozione nei confronti dei santi Pietro e Paolo è particolarmente sentita nelle Comunità del Savuto, in particolare in quelle di Rogliano, Grimaldi, Pedivigliano ed è caratterizzata da eventi anche di carattere culturale ed istituzionale.

(Gaspare Stumpo)

Fonte: Parola di Vita

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