Cosenza, un progetto per sostenere la genitorialità e divulgare la cultura dell’affido
SOSTENERE la genitorialità e soprattutto divulgare la cultura dell’affido familiare. Questi gli scopi di ‘Obiettivo famiglia SOS-sostegno, orientamento, supporto’, il progetto rivolto alle coppie per rafforzare il concetto di maternità e paternità. Il progetto, aperto alle coppie e alle famiglie residenti nell’area di Cosenza, è l’impegno concreto di AFN Onlus e del Comune di Cosenza per creare una rete di supporto alle famiglie. Lo sportello, aperto dal lunedì al venerdì e sabato su appuntamento (sia mattina che pomeriggio), offre un servizio completamente gratuito di informazione, sostegno e formazione a coppie biologiche che vivono situazioni difficili con i propri figli e a persone che vogliono avere delle informazioni sull’affido familiare e sull’adozione. L’equipe multidisciplinare è composta da un assistente sociale, educatori, una mediatrice familiare e una psicologa. Oltre all’ incontro con i professionisti è previsto anche un corso di formazione per aspiranti famiglie o single affidatari. Al primo incontro del corso di formazione, avvenuto sabato, hanno partecipato 7 coppie. “Facciamo un’analisi del bisogno. Spesso le persone vengono con dei bisogni che poi si rivelano non adeguati. Si è rivolta a noi una coppia in affido con un bisogno tipico dei percorsi di affido, ovvero come gestire la famiglia all’origine del ragazzo. Si tratta di situazioni estremamente delicate, spesso la famiglia affidataria si sente sola in questo percorso complesso, c’è bisogno di offrire un supporto psicologico e di dare un aiuto di tipo informativo”, ha spiegato la psicologa Maria Rosaria Venuto. Rispetto all’affido tanti i pregiudizi ancora da abbattere, “cerchiamo di confrontarci con quelle che sono le paure delle persone cercando di dare risposte adeguate. Lavoriamo sulla definizione della loro genitorialità, tenendo conto che ci sono i genitori biologici del bambino, lavoriamo alla gestione della relazione”, spiega. L’obiettivo da perseguire è supportare i genitori e il ragazzo “attraverso una relazione che sia carica d’amore ma senza aspettative. Lavoriamo sul senso della consapevolezza, le coppie sanno che ci potrebbe essere la possibilità che il bambino torni nella famiglia biologica”. Una presa in carico a 360°, per i bambini sono previsti laboratori che variano in base all’età, contestualmente i servizi sociali lavorano con la famiglia biologica. “Ci auguriamo che il progetto non si concluda a dicembre, ma che possa proseguire ulteriormente perché crediamo fortemente nell’accoglienza”, conclude.
Rita Pellicori
Fonte: Parola di Vita