Bianchi ricorda Filberto Elia. La commuovente lettera degli amici: “un giorno ci rivedremo”

NEL TRIGESIMO della scomparsa di Filiberto Elia (nella foto-riquadro) di Bianchi, 28 giugno 2020, “Umberto”, gli amici che con il caro defunto hanno condiviso anche la passione della caccia si stringono nel dolore della moglie e dei figli attraverso questa lettera, convinti che l’amicizia, quella vera, genuina e sincera anche dopo la morte continua a vivere nei ricordi, antidoto alla solitudine e al rammarico di non aver più vicino la persona cara. La magia del ricordo è splendida, sublime. Gabriel García Márquez ha scritto: «La vita non è quella vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla». Gli amici con questo pensiero ritengono che Il valore del ricordo, fatto con naturalezza e con il piacere di farlo, specie ai giorni nostri è vitale e allunga la vita. Nel ricordo e nella sua forza c’è sempre qualcosa di magico. In questa atmosfera genuina ed affettuosa gli amici hanno voluto aprire il loro cuore e rivolgersi ad Umberto con parole semplici come se fosse ancora tra di loro per discorrere insieme e confrontarsi secondo la legge dell’incantesimo del ricordo. <<Abbiamo conosciuto Umberto da giovani per avere frequentato amici comuni, amici appassionati dello sport venatorio, di cani e della natura.>> Inizia così il dialogo con Umberto, sempre più convinti che <<Sprecare il ricordo, cancellandolo dal nostro orizzonte, è come sprecare un pezzo della nostra vita”. Amico nostro, noi credo ed abbiamo la certezza che da lassù ci stai guardando e ci farai sentire sempre la tua presenza. L’incontro con Umberto inizia intorno agli Anni ’70 è stato Tommaso Cianflone, impiegato Anas, originario di Carlopoli, grande appassionato di segugi e caccia alla lepre, che ci fece conoscere Umberto ed altri amici, anch’essi appassionati. Ricordiamo Micu Pettinato, Ninì Critelli e Gigi Bilotta, così lui li chiamava.

In Sila, ricordiamo di avere incontrato più volte queste persone con i loro amici di caccia. Ci siamo sempre avvicinati, abbiamo parlato di sport e ci siamo salutati con la promessa di rivederci sempre più spesso nel verde della Sila. Ebbene, tra questi la presenza di Umberto che veniva a caccia con il gruppo di Micu Pettinato si è rivelata sin da subito Importante, Essenziale. Pur essendo molto giovane, Umberto conosceva molto bene la Sila e le zone di caccia, con i particolari dei viottoli che non gli sfuggivano; sapeva fin dove spingersi con la macchina, conosceva i pericoli. Consapevole di queste difficoltà, mai ci ha lasciati soli in queste montagne, sempre siamo arrivati insieme sul terreno di caccia e sempre siamo ripartiti insieme per fare ritorno a casa. Sì a casa perché come tutti noi, teneva alto il valore della famiglia, ha sempre cercato di coniugare la soddisfazione dello sport con l’unione della famiglia; poche volte siamo ricorsi alla telefonata per ritardi imprevisti. Ecco perché la presenza di Umberto è stata sempre essenziale: grande appassionato delle regole sportive ma anche molto rispettoso dei doveri verso la moglie ed i suoi figli. La sua presenza è stata essenziale, tutte le mattine si presentava con il caffè caldo nel termos e con i bicchieri di carta avendo pure la cura che questi non venissero gettati per terra. La chiusura del bar Placido, molto prima dell’alba, non ci dava fastidio; il caffè e le sigarette, per fermata obbligatoria, si prendevano al rientro. Nella tua anima però non c’era solo desiderio di compagnia: avevi anche una comprensione profonda delle cose. Caro Umberto, dire che ci mancherai è dir poco. Mancherai molto alla tua famiglia, ma certamente hai lasciato con il tuo esempio l’insegnamento per il prosieguo della vita.  Alla tua amata famiglia lasci la forza, il coraggio ed il rispetto per superare qualsiasi difficoltà. Al ricordo del caro Umberto si associano anche le locali squadre di caccia al cinghiale. I vecchi amici Pietro, Paolino e tanti altri. Ciao Umberto un giorno ci rivedremo>>.

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