Brunori Sas: “a Sanremo nel momento giusto con la canzone giusta” *

di Gaspare STUMPO *

SPIRITOSO, empatico, coinvolgente quando fa riferimento a certe esperienze di vita, quando il discorso si concentra sugli affetti più cari o su valori e sentimenti importanti. E’ un Dario Brunori in perfetta forma quello che dialoga con i giornalisti prima dell’esordio a Sanremo. Un cantautore maturo, sicuro delle scelte fatte, motivato dal suo entourage, galvanizzato dalla qualità della proposta. Il commento dell’Accademia della Crusca sul testo <L’albero delle noci> non lascia dubbi e conferma la bontà dei giudizi circa l’eleganza della scrittura e la sensibilità dell’autore quando si tratta di celebrare l’amore e di rivalutare il tema della Memoria in rapporto al presente, attraverso un linguaggio evocativo che invita alla riflessione anche in chiave generazionale. “Sono contento in quanto – afferma l’artista – portare un contenuto importante e rappresentativo della poetica che ha caratterizzato la mia produzione era un obiettivo. Inoltre, perché sono state apprezzate l’attenzione e la cura profuse nella realizzazione del disco. Un orgoglio per me e per chi ha lavorato con me”. Brunori sceglie di partecipare al Festival con “la canzone giusta” in un momento “giusto”. Anche la cover <L’Anno che verrà> (proposta assieme Riccardo Sinigallia e ad Antonio Di Martino) si preannuncia di un certo interesse. “Sono cresciuto in una terra crudele dove la neve si mescola al miele …”. Quella neve/granita molto cara alla tradizione locale: la “scirubbetta”, mix granuloso che qualcuno considera il gelato (o il dolce freddo) più antico del mondo. Chissà se il professor Lorenzo Coveri e il resto degli eruditi dell’Accademia della Crusca associano il passaggio della canzone al riferimento semantico dialettale celato nel testo!

Nel foyer del Teatro Auditorium dell’Unical l’atmosfera è piacevole. La prorettrice Patrizia Piro annuncia l’allestimento di un maxischermo nei pressi del bistrot che fa riferimento al centro residenziale. “L’esperienza della Brunori Sas e la scelta di incidere il disco da noi – spiega – è una testimonianza autorevole per gli studenti”. L’Università della Calabria ha concesso all’artista uno spazio per la creazione di uno studio di registrazione. E questo in un discorso di attenzione verso il mondo del cantautorato calabrese come esempio di spin-off atipico. “E’ la testimonianza – precisa la docente – di chi sceglie di restare testimoniando fuori la calabresità in senso positivo”. Da qui il riferimento alla restanza, termine molto caro all’antropologo Vito Teti, e all’impegno dello stesso cantautore all’interno dell’Unical: “restare e restituire” come contributo al mondo scientifico da parte della filiera musicale. Brunori a Sanremo arriva da protagonista. C’è chi lo accosta a De Gregori, chi a Stefano Rosso, chi addirittura a Marras. Una cosa in ogni caso è certa: Brunori è un artista unico e tutta la Calabria fa il tifo per lui.

(Gaspare Stumpo)

* gasparemichelestumpo@pecgiornalisti.it

Fonte: Parola di Vital

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