Cosenza. Giacomo Mancini: “la città ha bisogno del suo viale”
“Che sia una fregatura per i cosentini (fregatura di quelle belle grandi), lo si capisce subito, basta soltanto il nome: parco del benessere. Del parco non c’è nulla – così Giacomo Mancini, già parlamentare socialista e membro della direzione del PD Calabria. Gli unici alberi sono stati piantumati dall’Amministrazione guidata da Giacomo Mancini 25 anni fa. Quando si stava completando un boulevard cittadino, un viale attrezzato che collegasse Cosenza con Rende. E che con l’abbattimento del rilevato ferroviario, aprisse la città ad una contaminazione tra quartieri, prima di allora, fisicamente e socialmente isolati e incomunicabili. Oggi il boulevard non c’è più: è stato sventrato. E, di conseguenza, è stata anche paralizzata la circolazione in città e bloccata l’integrazione sociale tra quartieri diversi che erano alla base di quella lungimirante idea. Al posto dell’asse attrezzato – prosegue Mancini – ci sono quattro (si davvero quattro) piste ciclabili (esiste un censimento di quanti cosentini utilizzano la bici?), qualche aiuola di prato e alcune attrezzature per il fitness. E nella parte iniziale una fossa contenete acquadelle dimensioni maggiori di una pozzanghera, ma molto minori di quella di uno stagno I parchi di Cosenza sono altri: la Villa vecchia, il parco Emilio Morrone, il parco del Cardone, il parco del Vallone di Rovito, il parco Nicholas Green. Luoghi splendidi, ma mal curati e anche per questo poco attrattivi, poco conosciuti e poco frequentati. Di benessere poi – continua Mancini – nemmeno a parlarne. Da quando il viale Giacomo Mancini è stato sventrato infatti, il traffico cittadino è impazzito e di conseguenza sono aumentati i gas di scarico delle autovetture incolonnate per ore nei tanti ingorghi cittadini. E in più è diventato difficile raggiungere gran parte dei quartieri centrali di Cosenza. Basta chiedere conferma agli esercizi commerciali di via ventiquattro maggio, di via degli Alimena, di corso Umberto I°, ma anche a quelli di corso Giuseppe Mazzini. E quando una città non attrae persone e capitali dalla provincia e da fuori è destinata rapidamente a spegnersi e a morire. Ecco perché – afferma Mancini -l’ennesima inaugurazione di questi giorni appare come una beffa atroce per i cosentini. Perché vede confermata una scelta sbagliata, operata dalle amministrazioni di centrodestra, e vede tradita una volta di più una grande intuizione di un grande sindaco socialista che era doveroso riprendere, salvaguardare e tutelare da parte di questa amministrazione. Perché qui non si discute soltanto di una strada, ma di una idea di città che si vuole vivere e realizzare. Quando il viale è stato sventrato è stata anche calpestata l’idea di città aperta a chi viene da fuori, inclusiva per i cosentini che la vivono e che favorisca la contaminazione tra cittadini di quartieri differenti, che abbatta le barriere sociali tra aree della stessa Comunità, che consenta collegamenti rapidi, che attragga flussi di turisti e investitori. Ed è stata sostituita da una città chiusa, caotica, messa in ginocchio dal traffico, resa invivibile dagli ingorghi e dai gas di scarico. Che strangola il commercio e fa scappare nuovi investitori. Che alza le barriere tra quartieri e divide i cittadini dei diversi strati sociali. Questa idea scellerata è stata perseguita da chi ha stuprato il viale mosso da odio cieco verso chi lo aveva realizzato tanto da cancellarne anche il nome. E di fatto è stata continuata da quanti, eletti sul proposito dichiarato della discontinuità, non hanno voluto tornare all’idea originaria di viale e di città. Ecco perché l’ennesima inaugurazione è una beffa attrice e anche una occasione mancata. Occorreva e occorre – conclude Mancini – avere il coraggio e la determinazione di tornare alla grande intuizione del grande sindaco Giacomo Mancini e alle ambizioni che aveva tracciato e realizzato per la nostra città”.
Fonte: Fondazione Giacomo Mancini – Cosenza