Il Governo impugna il Piano Casa. Caputo e Raso: «non abbiamo cambiato i termini per la tutela del paesaggio»
«Gli emendamenti che abbiamo approvato in Consiglio regionale per rendere il “Piano Casa” della Regione Calabria aggiornato e capace di venire incontro alle esigenze dei calabresi e delle imprese del settore anche per questo periodo post pandemico, rimangono in vigore. Il Governo ha deciso di impugnarlo, nel pieno dei suoi diritti, ma prima di cimentarci in riflessioni di natura politica come fatto dal consigliere Mimmo Bevacqua è opportuno aspettare la pronuncia della Corte Costituzionale». È quanto sostengono i consiglieri regionali Pierluigi Caputo e Pietro Raso rispettivamente presidente e segretario della quarta Commissione Consiliare “Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’Ambiente” «I nuovi emendamenti – proseguono Caputo e Raso – non hanno modificato in termini di ampliamento e volumetria i parametri che erano previsti nella legge originaria. La modifica apportata alla legge regionale 10 del 2010 riguarda soltanto i parametri di tipo urbanistico nulla che rientra nella tutela del paesaggio che è prerogativa della soprintendenza e dunque del Ministero per i Beni e le attività Culturali è stato modificato». Per i consiglieri della maggioranza, adesso non rimane che: «leggere le motivazioni dell’impugnativa e poi aspettare fiduciosi il giudizio della Corte Costituzionale. Siamo consapevoli della bontà del lavoro che abbiamo fatto e ci dispiace leggere i toni quasi trionfalistici con i quali si è annunciata la decisione del Consiglio dei Ministri. In La tutela dell’ambiente è del paesaggio è una prerogativa di questo governo regionale e sarà perseguita con azioni concrete – concludono – In Calabria siamo pronti per avviare una stagione di grandi riforme e siamo consci che la vicinanza di alcuni consiglieri regionali ad importanti elementi di spicco dell’esecutivo guidato dal premier Conte ci farà spesso sottoporre al giudizio della Corte Costituzionale. Non ci sottrarremo e difenderemo le nostre ragioni e il nostro operato politico».