“Azienda Ospedaliera. Dopo Rogliano riconvertire in presidi Covid anche Acri e Praia a Mare” *

di Orlandino GRECO *

“LA CURVA dei contagi aumenta in maniera esponenziale e la provincia di Cosenza è tra le più colpite. Nonostante la direzione aziendale negli ultimi giorni abbia smentito le voci sulla confusione totale e precaria in cui versa, la realtà purtroppo è un’altra.  Poco o nulla è stato fatto per affrontare l’emergenza ed è evidente la totale incapacità di gestire la situazione da parte della commissaria dell’AO la dott.ssa Giuseppina Panizzoli, che a quanto pare lavora a giorni alterni, anzi a settimane alterne, visto che non risiede neanche in Calabria. Il grido è unanime, anche dagli stessi operatori costretti a turni pesanti vista l’emergenza. Le immagini delle ambulanze costrette ad attendere diverse ore all’ingresso danno l’idea tangibile di quello che sta succedendo al contrario delle continue rassicurazioni. È vero che l’Ospedale di Rogliano sia stato riattivato, ma risulta già saturo e l’aumento dei posti letto per le terapie intensive non è altro che la riconversione degli esistenti. Questo significa che non viene garantita l’assistenza sanitaria per tutte le altre patologie, così chi non muore di coronavirus muore di altro! Per non parlare del laboratorio di virologia che è già allo stremo processando soltanto una minima parte dei tamponi che giungono da tutta la provincia, lasciando così completamente allo sbando i sindaci che devono far appello alla responsabilità civile e personale per contenere il contagio in attesa del risultato dei tamponi. A questo si aggiungano i tempi biblici delle lunghe liste d’attesa per interventi di altra natura e soprattutto gli esami diagnostici e i trattamenti per pazienti con patologia oncologica che già hanno dovuto rinviare o se non del tutto rinunciare all’assistenza necessaria nel primo lockdown. E il mancato ampliamento dei servizi sanitari erogati dell’Ospedale Mariano Santo, come più volte dichiarato, ha ulteriormente aggravato la situazione. Nelle altre province calabresi la situazione appare completamente diversa: i commissari sono impegnati in prima linea per rispondere alle necessità del momento, ma livello regionale manca una guida autorevole, non esiste concertazione tra le parti e le varie realtà territoriali. Una deriva quella della nostra Sanità che assume sempre più i caratteri di una beffa, interpretata da chi la Calabria non la conosce per nulla e che si immaginava di poter gestire l’Azienda Ospedaliera dell’Annunziata come le altre presenti nelle regioni del Nord. Oltre dieci anni di commissariamento hanno totalmente penalizzato l’intera rete ospedaliera. Ciò che salta agli occhi è la totale assenza di programmazione, pianificazione e accordi con un territorio vasto non pronto a fronteggiare l’emergenza. La Panizzoli, di concerto con il commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza Cinzia Bettelini, dovrebbe chiedere il ripristino, oltre che di Rogliano, anche degli ospedali di Acri e Praia a Mare che possono essere convertiti al momento in presidi Covid. È necessario attivare o riconvertire le strutture sanitarie dismesse o ridimensionate, prevedendo una degenza a bassa intensità oppure post covid in funzione riabilitativa.

Ciò risponderebbe anche alla questione ancora irrisolta delle RSA, evitando il trasferimento dei pazienti in strutture non accreditate per tale tipologia assistenziale, come purtroppo sta succedendo. Non solo: la situazione richiede misure adeguate e urgenti come l’attivazione delle USCA, previste nel mese di marzo ma ancora non decollate, per una maggiore gestione domiciliare dei soggetti con Covid-19 e l’attivazione di un’assistenza ospedaliera di prossimità in grado di curare i pazienti a bassa intensità assistenziale, evitando gli ingorghi negli ospedali Hub e Spoke che invece dovrebbero supportare l’attività ordinaria. Indispensabile anche la creazione di una task force per il coordinamento dell’emergenza tra Asp e AO, l’utilizzo di strutture ex art. 20 per collocare gli asintomatici, oltre naturalmente l’assunzione di personale dedicato. Ma a quanto pare le ordinanze della Regione continuano ad andare da tutt’altra parte, come quella emanata dal presidente ff Spirlì che dispone la sospensione, all’interno delle strutture ospedaliere pubbliche, delle attività ambulatoriali per prestazioni specialistiche con priorità differibile.

L’auspicio è che inoltre si possa risolvere quello che ormai è diventato un problema: l’assenza sul campo della dottoressa Panizzoli e della dottoressa Bettelini. Assenze emblematiche di un commissariamento fallimentare, inutile e costoso”.

* Segretario federale de L’Italia del Meridione

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