La protesta dei sindaci a Roma. Aiello: “servono risposte definitive anche dopo l’emergenza”
IERI lunga giornata romana per i Sindaci calabresi. A Palazzo Chigi l’incontro tra una loro delegazione e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte per l’ennesimo grido d’allarme: “vogliamo una sanità normale”. Da Conte: “massima attenzione”. Fuori, nella piazza, tante altre fasce tricolore. Primi cittadini che giornalmente devono rispondere alla collettività di un progetto sanitario mai decollato e, in maniera più cruda, incapace di rispondere all’emergenza-urgenza sul territorio. La dimostrazione è data dall’ennesimo inciampo in tempo di pandemia. Infatti, la condizione di <Zona Rossa> inflitta alla Calabria è prevalentemente da imputare alla strutturazione della Sanità a livello locale: carenza di personale, posti in terapia intensiva esigui per numero di popolazione. Un ventennio appena trascorso in cui non si è costruita una rete assistenziale capace di dare risposte. Tra le varie interlocuzioni, riferisce il sindaco di Marzi, Rodolfo Aiello, l’interrogativo sul dopo pandemia.
Durante l’incontro con gli esponenti del Governo e del Ministero della Salute, una lunga discussione anche sull’importanza dei piccoli ospedali. “Il Covid ha amplificato le mancanze della Sanità nella nostra regione. Chiediamo la riapertura dei nostri ospedali più volte finanziati per potenziamento, riqualificazione e ristrutturazione e poi sistematicamente mortificati e costretti all’isolamento o a parziali chiusure di reparti e/o dislocamenti”. Questo, in premessa, Aiello. Che aggiunge: “esempio lampante è il Santa Barbara di Rogliano. Quanti soldi sono stati spesi per la struttura?”. Un interrogativo condiviso con i colleghi sindaci del Savuto. “Finita l’emergenza Covid i problemi rimarranno gli stessi se non saranno aggravati anche da altri fattori. Avremo, a breve, altre istanze da dover discutere con Roma. Il collasso di molte attività commerciali a fronte delle restrizioni imposte, tanti padri di famiglia che non avranno possibilità di trovare le risorse per sfamare i propri figli”. Un tempo di chiusura che sta producendo dunque altre “vittime”. Tutto questo sta avvenendo in un momento in cui la politica sta tentando di assegnare alla Calabria, fra mille difficoltà, un giusto commissario, nel mentre gli arresti adombrano la credibilità di alcuni uomini “al comando” (non ultimo le indagini sul presidente del Consiglio regionale, Domenico Tallini, da parte della DDA di Catanzaro), proprio ora che la stessa politica viene interrogata sulla necessità di dare, definitivamente, una Sanità giusta e vicina alla gente, emerge la consapevolezza di un territorio, quello calabrese, debole su tanti aspetti.
In ultimo, il sindaco Aiello: “vogliamo essere garantiti che il nosocomio dell’Annunziata, a partire dal suo pronto soccorso, sarà messo nelle condizioni di assistere al meglio, in tempi brevi e con riposte certe, i tanti pazienti e cittadini. Che la struttura della città capoluogo di provincia sia messa nelle condizioni di garantire gli standard sanitari minimi stabiliti e richiesti anche dalla Comunità Europea”. “Se il diritto sacrosanto alla salute di questa regione e dei tanti abitanti del Savuto venisse garantito – prosegue il sindaco di Marzi – inviterei i miei colleghi a deporre le armi. Abbiamo necessità di avere garantite le giuste cure in modo da non ricorrere agli ormai soliti viaggi della speranza. Solo in questo caso rinuncerei (e rinunceremmo) alla struttura di via Sturzo (il Santa Barbara di Rogliano, ndr). Non siamo ingenui e neanche sciocchi. Servono risposte certe e azioni decisive. Serve dotare l’Ospedale del Savuto di nuovi medici, infermieri e attrezzature. Non possiamo permetterci più tentennamenti, promesse e prese in giro. La salute è cosa seria!”.
(Massimiliano Crimi)