Giustizia. Frammartino (Idm): “la strada maestra è quella del garantismo”
di Domenico FRAMMARTINO *
“QUALCOSA non torna nell’amministrazione della Giustizia in Calabria. Non tanto per i suoi tempi lunghissimi, ai quali per altro ormai siamo assuefatti nonostante violino sostanzialmente ogni elementare diritto alla difesa per lunghi anni, quanto per la sensazione sgradevolissima che vi siano due diversi tipi di processo e che troppo spesso essi diano esiti diversi in merito alla stessa vicenda.
Siamo effettivamente stanchi che le inchieste si trascinino a rilento dopo che già si è consumato il processo del primo tipo, quello mediatico, che ha emesso un verdetto virtuale e prodotto degli effetti. Quando poi si arriva nella sede preposta ed il dibattimento dimostra l’inconsistenza delle accuse o addirittura la loro inesistenza, rimane lo sconcerto.
Quando si è sbagliato? E dove? Nella fase istruttoria o in quella dibattimentale? È lecito porsi queste domande perché il copione accusa-assoluzione è ormai troppo ricorrente ed inquietante.
E lede la fiducia della pubblica opinione nella classe politica e nella magistratura, in egual misura, mentre ciò che si chiede è solo l’accertamento delle responsabilità, che nel caso di Amministratori della Cosa Pubblica, deve essere il più possibile rapido, concreto e senza lungaggini tattiche. Invece tanti casi, vedi la vicenda De Girolamo assolta dopo 7 anni e dopo le sue dimissioni da Ministro della Repubblica o più ancora la recente assoluzione dell’allora Presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, pongono interrogativi seri.
Oliverio ha scelto di essere giudicato col rito abbreviato, ciò significa che non ha prodotto alcun elemento che poteva essergli utile in dibattimento, ha ritenuto che il magistrato potesse decidere solo sulla scorta degli atti presentati dalla Procura e per i quali la stessa aveva addirittura richiesto la misura cautelare. Il Magistrato lo ha assolto. Stesse carte, due giudizi opposti.
Inoltre per entrambi, De Girolamo ed Oliverio, le accuse in sentenza sono state definite inesistenti. Questo la dice lunga su quanto in Italia sia necessario affrontare il nodo della separazione delle carriere, per lenire queste contraddizioni tra l’operato requirente e quello giudicante della Magistratura. Contraddizioni queste forse presenti in ogni sistema giudiziario, ma che in Calabria sono divenute quasi una consuetudine, tanto che la notizia di una inchiesta ormai viene accolta dall’opinione pubblica con l’altrettanto consueto scetticismo.
Si è persa la speranza nella Giustizia? Ci auguriamo di no. Certo è che tante di queste inchieste annunciate non hanno avuto una conclusione coerente, ma hanno contribuito ad alimentare quelle forme di populismo che conosciamo bene, che generano processi sommari per la ricerca del consenso elettorale.
Un brutto clima quello calabrese: una classe politica mal giudicata senza distinguo alcuno ed una Magistratura in cui ormai credono in pochi. Dinanzi a tutto ciò, nel rispetto delle prerogative di ogni Organismo sancite dalla Costituzione, la strada maestra per noi di IDM può essere solo una: GARANTISTI SEMPRE”.
*Vice segretario regionale de L’Italia del Meridione