Calcio. Il Cosenza non sa volare, le colpe di Caserta *
di Fabio MANDATO *
Se il Cosenza calcio, con la rosa che ha, dopo 23 partite si ritrova a 28 punti nella seconda parte della classifica, le maggiori colpe sono del tecnico Fabio Caserta. Diciamocelo francamente, senza peli sulla lingua.
Naturalmente l’auspicio è che i rossoblù cambino definitivamente rotta e inizino a macinare punti su punti, ma a questo punto i dubbi sono leciti, vista l’altalena di risultati che caratterizza l’intero campionato. Il pareggio casalingo contro il Pisa ha ancora una volta evidenziato la difficoltà di lettura della gara da parte del timoniere rossoblù.
Mai come quest’anno l’analisi è chiara: il Cosenza è forte, potrebbe tranquillamente aspirare ai primi 6 o 7 posti, ma si ritrova a metà classifica senza infamia e senza lode. Per questo è comprensibilissimo il rammarico dei tifosi rossoblù che si sono visti strappare la gioia di una vittoria al 96′. Il Cosenza, contro il Pisa, ha giocato con un uomo in più per 50 minuti, sbloccando la partita con il solito Tutino, ma poi consegnandosi inspiegabilmente agli avversari, che nel finale hanno dominato chiudendo i rossoblù nella propria metà campo. Una pessima gestione del finale, con il Cosenza impaurito e incapace tecnicamente di fronteggiare gli ospiti.
L’impressione unanime, anche perché di facile lettura, è che Caserta abbia toppato tutti i cambi. Davvero incomprensibile la scelta di togliere due calciatori fondamentali come Zuccon e Tutino. La rivoluzione in mediana rispetto ad inizio gara ha tolto certezze e gamba al Cosenza che si è ritrovato alla mercé del buon fraseggio dei toscani, che sembravano non uno, ma due in più, pur essendo uno in meno. Ancora più inspiegabile se si pensa che è entrato Viviani, che purtroppo è tutto tranne che una certezza. Come lo stesso Calò, che fino a 36 ore prima era sul mercato. Non si comprende poi il motivo per cui è stato sostituito Tutino a gara ancora in bilico, un calciatore che poteva essere decisivo per tenere palla, prendere punizioni, attirare a sé avversari. A fargli posto il neo arrivato Antonucci, che si sarà sentito davvero malcapitato, schierato in un ruolo non suo, senza poter toccare una palla. Un calciatore di raccordo tra centrocampo e attacco messo davanti, in una terra di nessuno, e impotente, vista la scelta di abbassare il baricentro e di difendersi. Davvero cervellotico.
Un capitolo a parte merita Florenzi, l’altro malcapitato di questa stagione. Florenzi contro il Pisa ha giocato male. Come più di una volta capitato quest’anno. Ma Florenzi continua a essere schierato dove non può che giocare male, relegato a sinistra. In sostanza, per un funambolo come lui, senza avere metri a disposizione per esprimersi.
La gente era finalmente tornata allo stadio. Doveva essere la gara della svolta. Che però a questo punto avverrà mai?
* giornalista
Fonte: Parola di Vita